Un tempo la città di Vilnius era circondata da una cinta muraria, com’era tipico per molte altre città, e lungo questa cinta erano presenti nove porte di accesso al luogo abitato e tre torri. Parliamo di un periodo compreso tra il 1503 e il 1522. La porta dell’Aurora è l’unica porta originaria rimasta delle nove porte presenti intorno alla città vecchia nel 1500; le restanti otto furono distrutte per un’ordinanza zarista verso la fine del XVIII secolo (fine ‘700). Spesso in queste porte si potevano trovare cappelline religiose o immagini sacre: nella Porta dell’Aurora o Gate of Dawn (Porta dell’Alba), chiamata così presumibilmente perché situata a est dove sorge il sole, è tuttora presente il dipinto della Vergine Maria Madre di Misericordia.
La Madonna della Porta dell’Aurora
La Madonna della Porta dell’Aurora (o Nostra Signora della Porta dell’Aurora) è un dipinto importante perché appartiene alla tradizione iconografica delle Madonne Nere ed è oggetto di culto sia da parte di cattolici che da parte di ortodossi; l’autore è ignoto ma è datato intorno alla prima metà del XVII secolo ed è di chiaro stampo rinascimentale; raffigura la Madonna ma senza Bambino, particolarità interessante se la mettiamo in risalto parlando del dipinto del Gesù Misericordioso, che un tempo era stato esposto in questa stessa cappella e che ora si trova poco distante nel Santuario della Divina Misericordia.
Il giorno in cui mi recai a Porta dell’Aurora confesso di avere avuto qualche difficoltà a trovare l’entrata per la cappella; mentre si cammina per la strada chiamata Aušros Vartų si possono incontrare svariate chiese, prima fra tutte la Cattedrale di San Casimiro, patrono di Lituania e Polonia, più avanti la Chiesa Ortodossa del Santo Spirito e la chiesa di Santa Teresa; arrivati ormai vicini alla nostra Porta però, il nostro sguardo è catturato solamente dalla cappellina che si intravede in cima alla Porta, e si continua a camminare fino a che non si supera l’arco. Peccato che oltre non ci sia nulla, o quanto meno nulla di ciò che cerchiamo. Quindi torniamo indietro. Nel tornare indietro mi accorsi di un piccolo gruppetto di persone che si accingeva a varcare una porticina situata alla sinistra della strada, con lo sguardo rivolto alla Porta dell’Aurora; aprii la porta e vidi immediatamente un crocifisso di fronte a me: capii che ero nel posto giusto. Una curiosità, del tutto naturale se vogliamo, accompagna questa singolare entrata: inizialmente l’unico ingresso alla cappella era all’interno al monastero dei Carmelitani e le donne non erano ammesse; si costruì allora una galleria con un’apertura sul lato della strada.
Una piccola rampa di scale alla nostra destra ci conduce verso la desiderata cappella; non si possono scattare foto, il luogo è sacro, e i visitatori e i pellegrini sono invitati a volgere in religioso silenzio il proprio saluto alla Madonna, o qualche preghiera. La cappellina si presenta di dimensioni ridotte, il quadro della Madonna è posto su un altarino alla nostra sinistra, esattamente appena entriamo. Si celebra tuttora messa e non è consentito l’ingresso ai turisti durante la funzione: nulla ci vieta, invece, se vogliamo, di prendere parte alla celebrazione eucaristica.
Il dipinto della Madonna dell’Aurora
Parlando più in dettaglio del dipinto, inizialmente si trovava posto in una piccola nicchia proprio sopra la porta, come classica usanza cattolica; dopo la guerra russo-polacca del 1655, che coinvolse anche Vilnius venendo saccheggiata, il dipinto, così come la Porta difensiva furono consegnati nelle mani dei Carmelitani Scalzi. I Carmelitani erano arrivati a Vilnius intorno allo stesso periodo del XVII secolo; costruirono la chiesa di Santa Teresa e il loro monastero proprio vicino alla Porta dell’Aurora. Fu conseguenza naturale affidare a loro la manutenzione dell’effige e la costruzione della prima cappella in legno che accolse la Madonna fino al 1715, anno in cui bruciò e il dipinto trasferito nella Chiesa di Santa Teresa. Dal 1720 fu consacrata l’attuale cappella in mattoni e l’effige cominciò ad assumere le sembianze di come la vediamo oggi: fu ornata di un rivestimento in metallo tipico della tradizione greco-ortodossa; di fatto la “riza”, la lamina in metallo che viene posta sopra i dipinti, è utilizzata dalla tradizione russa per coprire le immagini sacre dette icone, e lascia scoperte volto e mani. L’icona è rivestita da una coroncina dal Il 2 luglio 1927, quando ebbe luogo la cerimonia di incoronazione e il dipinto ricevette il titolo di Madre della Misericordia, speciale privilegio garantito dalla santa sede per la particolare venerazione. Infatti, la cappella è oggetto di numerose offerte votive fatte dai tantissimi devoti, a causa anche delle numerose storie di miracoli attribuiti all’immagine.
Giovanni Paolo II, sapendo della grande devozione alla Nostra Signora, nel 1993, in visita alla Porta, volle donare la sua papalina bianca da Sommo Pontefice insieme allo zucchetto porpora da cardinale, poiché gli fu impossibile donarlo durante il proprio periodo cardinalizio a causa del regime sovietico.
Il culto alla Nostra Signora della Porta dell’Aurora si sviluppo insieme alla voglia e alla lotta per l’indipendenza dei popoli lituano e polacco che a fine 700 e per tutto l’800 erano sotto il controllo zarista russo. Di fatto la Porta fu luogo d’incontro non solo di preghiera ma anche a scopo politico. Dopo il periodo zarista la Lituania e la zona di Vilnius passarono sotto il controllo del popolo polacco prima e sotto il controllo sovietico poi. In seguito dal 1990 la Lituania indipendente riconobbe l’importanza storica e religiosa all’effige ed è tuttora luogo di preghiera e riflessione.
Articolo di Simone Serri