Cuore pulsante della città vecchia, la Torre del Castello di Gediminas, o torre di Gediminas, è l’ultimo baluardo ancora in piedi del Castello e delle mura che difendevano Vilnius in epoca medioevale; situata in cima alla collina omonima vicino ai suoi due fiumi principali, il Neris e il suo affluente Vilna, godeva di una posizione strategica e un’ottima visuale per affrontare le avanzate nemiche. È considerata il simbolo della città, tanto che Vilnius fu proprio fondata, in sostituzione di Trakai, come capitale della Lituania; inoltre la torre è rappresentata nella vecchia moneta lituana, la Litas.

Il vecchio castello di Gediminas

Il vecchio Castello sorgeva in realtà da un complesso di tre castelli e rappresentava la principale struttura difensiva della città: erano presenti il Castello Superiore, il Castello Inferiore e il Castello chiamato “Storto”, quest’ultimo bruciato intorno al 1400 e mai più ricostruito. Le prime fortificazioni in questi luoghi furono volute in legno, appunto, dal Granduca di Lituania Gediminas, intorno al XIII secolo (1200/1300), e ne prendono ancora il nome; ma in realtà la prima vera costruzione difensiva in mattoni fu costruita nel 1400 ad opera del Granduca Vytautas. La torre che possiamo ancora ammirare e visitare fa parte del Castello Superiore: conta una base ottagonale, ed è composta da tre piani in mattone rosso; all’interno possiamo trovare un museo archeologico dove si possono osservare reperti medioevali, quali armature e resti dell’antico castello e video della storia d’indipendenza del paese. Il castello inferiore invece è rappresentato dalla Cattedrale di Vilnius e dal Palazzo Reale che sorgono appunto ai piedi del colle Gediminas.

Vista dalla torre di Gediminas

L’entrata per il nostro colle si trova vicino all’incontro tra i due fiumi sopra citati e non è per niente una camminata agevole; è sempre aperto al pubblico (almeno il colle) e si può godere di una bellissima vista, sopra il fiume Neris, di tutta la città. Da un lato è possibile ammirare la città nuova oltre il fiume principale, con i suoi grattacieli e la sua modernità; mentre dall’altro lato si è in grado di vedere la così detta Old Town, la città vecchia, patrimonio mondiale dell’UNESCO. La salita mostra evidenti difficoltà, pure per me che ho praticato gli Scout per diversi anni, ma ci si è ingegnati per costruire una funicolare che porta direttamente in cima; raggiungibile quest’ultima attraversando la Piazza della Cattedrale passando di fronte al Museo Nazionale Lituano e circumnavigando la basilica per arrivare proprio di fronte ai giardini del Taikomosios Dailes Muzieju (il Museo delle Arti Applicate e del Design di Vilnius) e di fianco al fiume, da cui parte.

Vista dalla Torre di Gediminas

Vista dalla Torre di Gediminas

In cima alla torre sventola la bandiera lituana simbolo dell’indipendenza del paese, ottenuta solamente nel 1990, proprio a partire dalla così detta “catena umana” dei paesi baltici, che si sviluppò e partì proprio dalla Piazza della Cattedrale ai piedi del colle e, precisamente, secondo la leggenda, da una mattonella che recita la parola StebuklaS (Miracolo).

La Catena Baltica (o Via Baltica)

La Catena Baltica (o Via Baltica) è stata una manifestazione pacifica che ebbe luogo nel 1989 in concomitanza del cinquantesimo anniversario Patto Molotov-Ribbentrop, nel quale una clausola segreta sanciva l’occupazione sovietica delle zone baltiche, a cui parteciparono approssimativamente due milioni di persone tra lituani, estoni e lettoni; per un totale di 600 km di vera e propria catena umana, mano nella mano, uno di fianco all’altro, da Vilnius a Tallin passando per Riga, due milioni di cittadini baltici rivendicarono la propria autonomia e indipendenza contro l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). La manifestazione aveva l’obiettivo di portare all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale una situazione economica e politica, nonché civile, paradossale: infatti, tra tutte le brutture dell’occupazione sovietica, le future repubbliche baltiche erano gli unici territori occupati, ancora negli anni novanta, a non essere di etnia russa, creando e sviluppando disagi non indifferenti alle tre popolazioni.

Questa catena, per i cittadini lituani, ebbe come fuoco centrale vivo la Torre di Gediminas, punto di riferimento forte, sia politicamente che dal punto di vista sociale; la Torre rappresenta una rivendicazione di autonomia storica e politica che il popolo lituano non poteva dimenticare, la sola visione della Torre e del Granduca che le dà il nome, Gediminas, porta alla memoria storia di un popolo che non si arrende davanti all’oppressore e alla dittatura. La Via Baltica fa parte delle numerose manifestazioni che coinvolsero i cittadini baltici negli anni dal 1987 al 1991, in quella che oggi viene chiamata la Rivoluzione Cantata.

Articolo di Simone Serri