Percorrendo la strada principale Dominukonu gatve, a un certo punto, a un lato della strada, troviamo una piccola chiesetta nascosta. Non è una semplice Chiesa, ce ne accorgiamo dal fatto che sopra l’entrata è raffigurata l’immagine del Cristo Risorto, riproduzione di ciò che possiamo vedere all’interno; infatti, dentro questo particolare santuario è presente l’originale del dipinto del Gesù Misericordioso (o della Divina Misericordia, o God’s Mercy, nome internazionale) commissionato a Eugeniusz Kazimirowski nel 1934 a Vilnius da Santa Faustina Kowalska.

Santuario divina misericordia vilnius

La storia del del quadro di Gesù Misericordioso

La storia narra infatti che la Santa avesse avuto alcune visioni di Gesù Risorto che la intimava a dare vita a questo dipinto; questo le accadde nel 1931, a soli 26 anni, nella cella del convento della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia di Płock, in Polonia. Successivamente si spostò a Vilnius, conobbe il Beato Padre Sopocko, che divenne suo importante padre spirituale, commissionò il dipinto e scrisse un diario con le sue memorie; tornò dopo pochi anni in Polonia, ormai malata di turbercolosi e morì a Cracovia nel 1938, a soli 33 anni.

Torniamo al nostro dipinto. Il Gesù Misericordioso non fu sempre esposto in questo santuario ma andò incontro a numerose vicissitudini. Dal 1934, anno in cui fu prima commissionato e poi completato, il dipinto non smise di spostarsi.

Nel 1935 fu esposto vicino alla cappella dell’icona della Madre di Dio Misericordioso nella Porta dell’Aurora a Vilnius; in seguito fu appeso nel 1937, dopo l’autorizzazione dell’Arcivescovo di Vilnius, nell’altare maggiore della Chiesa del San Michele, dove già era parroco il Padre spirituale della Santa, l’ormai beato Don Sopoćko: vi rimase per 11 anni fino al 1948. In quell’anno, il regime sovietico, chiuse la chiesa del San Michele e il quadro, come tutto l’edificio, fu acquistato in maniera illegale da un operaio lituano. Da qui il dipinto non venne più esposto fino al 1956.

Venne custodito e nascosto alle autorità sovietiche da due devote, una lituana e una polacca: inizialmente in una soffitta e in seguito nella Chiesa del Santo Spirito dove però non fu mai esposto.

Ci volle l’aiuto di don Józef Grasewicz, già amico del beato Don Sopocko, per permettere di mostrare nuovamente l’opera al pubblico: ma questa volta in Polonia, a Nowa Ruda (all’epoca territorio Bielorusso), dove rimase esposta per ben 30 anni.

Dal 1956 al 1986 la tela stette costantemente nella Chiesa di Nowa Ruda, nonostante nel 1970 la stessa Chiesa fu chiusa e trasformata in un magazzino dal regime sovietico.

Il dipinto, dunque, vi rimase incustodito e non fu trafugato dalle autorità per il semplice motivo che non si aveva una scala abbastanza lunga per tirarlo giù; superato il periodo più difficile, il quadro fu riportato in Lituania a Vilnius, non prima di averne però creato una copia da tenere a Nowa Ruda, per non insospettire le autorità locali e i fedeli devoti, che ancora si recavano a pregare nella Chiesa dismessa. Tornata a Vilnius, la tela fu esposta nella chiesa del Santo Spirito fino al 2005 e dopo numerosi restauri fu riposizionata nella Chiesetta adiacente della Santa Trinità, riconsacrata appunto come Santuario della Divina Misericordia, dove tutt’ora è presente.

Cosa rappresenta il quadro di Gesù Misericordioso

L’immagine sacra rappresenta, appunto, Gesù Misericordioso intento a benedire i pellegrini. Si deve fare menzione, a questo proposito, di un secondo quadro del Gesù Misericordioso, copia del dipinto di Vilnius, ovvero la tela di Cracovia; questa seconda riproduzione mostra delle sostanziali differenze dovute al fatto che il quadro fu dipinto anni dopo e solo attraverso degli scritti della Mistica Santa e non direttamente da sue indicazioni: infatti la mano destra alzata, in quello di Cracovia, pare più salutare che benedire il pellegrino. La mano, intenta a benedire e per benedire, secondo i dettami liturgici dell’epoca, doveva essere proprio a quell’altezza.

quadro di Gesù Misericordioso a Vilnius Lituania

La mano sinistra invece mostra il costato trafitto dopo la morte in croce: il cuore non si vede ma da esso escono dei raggi, uno pallido e uno rosso, l’acqua e il sangue. L’importanza del cuore, velato e non mostrato, ribadisce la differenza tra due culti differenti: ciò che andiamo a venerare quando preghiamo di fronte al dipinto non è il Sacro Cuore di Gesù, ma la Divina Misericordia; l’oggetto del culto infatti sono i raggi.

Cosa rappresentano il sangue e l’acqua

Uno pallido (e non bianco!), che rappresenta l’acqua che esce dal costato dopo la morte in croce, significa purezza e purificazione e ricorda l’acqua del battesimo; è il raggio che «giustifica le anime» e si rapporta anche al sacramento della riconciliazione o confessione. L’altro, rosso, che rappresenta il sangue fuoriuscito dal costato, è invece definito come «vita delle anime», così come riportato direttamente dal diario di Santa Faustina, e si rapporta agli altri sacramenti. Lo sfondo del quadro invece è nero: questo “non” colore simboleggia il peccato dell’uomo; è l’immagine di Cristo Risorto che si presenta agli apostoli nel cenacolo dopo la morte, con i piedi intenti a camminare nel peccato, che rappresenta la volontà di sporcarsi le mani e venire incontro all’Uomo in difficoltà; baptizo in greco significa appunto “immersione”. Gesù con il suo battesimo accetta, in tutto, la missione affidata dal Padre, di redimere e perdonare di tutti peccati l’umanità.

Una curiosità interessante: il volto del dipinto fu confrontato con il volto raffigurato nella Sacra Sindone, e, dopo attente analisi, risultarono combacianti. Così come con il volto raffigurato nel Sudario. Molto probabilmente ci troviamo di fronte al vero volto di Cristo.

Articolo di Simone Serri